lunedì 20 febbraio 2012

«Chi ha un pc paghi il canone Rai» E su Twitter scoppia la rivolta


«Un servizio che non è pubblico, un canone impopolare e format medievali». Una sollevazione popolare attraverso centinaia di post su Twitter avanza creando una campagna denominata senza giri di parole #raimerda.
Ma non solo Internet. Anche politici (bipartisan) e associazioni dei consumatori. Tutti in coro, ognuno con i suoi toni, dicono «no» alla richiesta della Rai a imprenditori e liberi professionisti di pagare il canone se possiedono un computer con connessione internet. L'azienda di Stato si riferisce - addirittura - al regio decreto legge del 21 febbraio 1938, n. 246: "Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento".

LA POLITICA - Sia dal Popolo della libertà che dal partito democratico sono arrivate critiche alla campagna di comunicazione lanciata dall'emittente di Stato.

CONSUMATORI - «È l'ennesima vergogna, l'ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente, da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera per evitare l'ennesimo salasso». Adusbef e Federconsumatori passano al contrattacco. «La Rai, un'azienda lottizzata che sempre di più sforna cattiva informazione e servizi spesso taroccati e strappalacrime per inseguire il feticcio dell'audience - sottolineano le due associazioni dei consumatori -, ha sfornato l'ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l'anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l'anno».
 
RETE IMPRESE - Per Rete Imprese Italia chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza. «Quella del canone speciale Rai è una richiesta assurda perché vengono "tassati" strumenti come i computer che gli imprenditori utilizzano per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai. Tanto più se si considera che il Governo spinge proprio sull'informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante e ingiustificato».

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